COSTRUZIONE MANICO NECK THROUGH
Se stai pensando di costruire un basso "neck through" hai già operato una grande scelta di suono: quello che stai cercando è una grande definizione della nota e il massimo sustain. Sono queste infatti le caratteristiche che distinguono questo tipo di costruzione dal suono grezzo e più "vintage" (ma non per questo meno accattivante) del metodo bolt on.
Nella tipologia di costruzione cosiddetta "neck through" il manico dello strumento è composto da un "sandwich" di legni che si estende oltre la tastiera fino a formare anche la parte centrale del body. A lato del manico vengono incollate due "ali" a comporre il body.
La vibrazione delle corde corre senza interruzioni dal capotasto al ponte, lungo un mix di legni diversi che
compone il manico il quale
è spesso anche rinforzato con barre in fibra di carbonio in quanto, non essendo sostituibile
in caso di rottura, deve essere
il più resistente possibile.
Oltre a conferire rigidità,
la stratificazione del manico con legni diversi, ha lo scopo di sommare i diversi picchi di risonanza di ogni essenza, ottenendo un suono più definito e compresso.
Questo permette al liutaio di tarare il suono dello strumento sui gusti del musicista intervenendo ad hoc sulla scelta dei legni che compongono il "neck through" e le "ali" del body.
Un altro vantaggio della costruzione del manico "neck through" consiste nel fatto che il manico risulterà più rigido spostando il picco di risonanza dello
strumento OLTRE quello delle note presenti sulla tastiera e riducendo così notevolmente note morte e "wolf notes".
Tutto ciò,
unito al fatto che la vibrazione della corda viaggia ININTERROTTA
dal capotasto al ponte, aumenta la rigidità del manico
uniformando la nota e incrementando il sustain.
MANICO
Per la costruzione dei manici "neck through" vengono di norma utilizzati principalmente due tipi di essenze:
Sull'acero canadese abbiamo speso fiumi di parole. Si tratta senza ombra di dubbio del miglior legno in assoluto per la costruzione di manici.
Il wenge è un legno leggermente più pesante dell'acero canadese.
Le sue caratteristiche di densità e di rigidità lo rendono invece molto simile all'acero per quanto riguarda
la pulizia della nota e il sustain.
Il wenge flette leggermente di più dell'acero (per cui assorbe di più le vibrazioni
delle corde) ma compensa con una maggiore densità, per cui possiamo dire che a livello di sustain e vibrazione della corda i due legni si equivalgono.
Essendo molto scuro come aspetto, il wenge rappresenta un'ottima alternativa estetica all'acero.
A questi due legni principali vengono abbinati layer di altri legni esotici come mogano,
paduak o amarante.
L'insieme di tutti questi legni IRRIGIDISCE il manico favorendo la trasmissione del suono e creando delle meravigliose alternanze cromatiche che impreziosiscono lo strumento.
crea un effetto ancora più raffinato.
LAMINAZIONI DEL MANICO
Ogni legno ha un suo picco di risonanza. Sommando le sonorità dei vari legni si ottiene come risultato di
spostare in alto il picco di risonanza proprio di tutto lo strumento allontanandolo da quello delle corde.
Questo permette al manico di non interferire con la risonanza delle corde a tutto vantaggio del suono e di una
vibrazione più pura.
Maggiore il numero della laminazioni maggiore il sustain e più uniforme risulta la vibrazione delle corde in quanto maggiore risulta il coefficiente di rigidità.
Generalmente si tende anche a mantenere un compromesso estetico tra rigidità e apparenza. Troppe laminazioni possono
apparire "kitsch" e troppo poche possono non irrigidire il manico a sufficienza.
Per esempio sui bassi Frudua (vedi foto qui sotto) utilizzavo
max 7 laminazioni per i 5 corde e 9 per i 6 corde.
Nell'incollare i vari pezzi che compongono il manico è bene assicurarsi che la vena, soprattutto quella dei due pezzi esterni più grossi, sia incollata
in modo che la grana risulti speculare (opposta). Questo espediente aumenterà ulteriormente la stabilità del manico (vedi foto sotto).
Nei manici in wenge e amarante è addirittura possibile alternare i due legni con sottili impiallacciature chiare di acero per un effetto ancora più raffinato.
incollate con grana opposta per massimizzare la stabilità.
LAMINAZIONI DEL CORPO
Nel basso "neck through" l'insieme dei legni che compongono le "ali" andrà ad influire sulla definizione della nota, rendendola ancora
più precisa o aggiungendo corposità a seconda dei legni utilizzati, e lasciando inalterato il resto della sonorità che è dovuta
alla struttura del manico.
Legni più morbidi restituiranno più corposità mentre legni più densi più definizione (specialmente sulla 5a corda).
Le ali possono essere composte da un unico pezzo o, a loro volta, da un sandwich di due tre o più legni diversi. La parte centrale delle ali è definita "core" ed è normalmente la parte più spessa. Gli spessori che vengono aggiunti sopra o sotto il "core" vengono definiti top plates o back plates, dove i top plates sono normalmente composti da legni esotici molto figurati o addirittura da legni fiammati.
Basandoci su quanto abbiamo visto finora, avremo tagliato alla stessa misura, tutti i pezzi che andranno a comporre sia il core che i top plate delle ali del body.
Come prima cosa definiamo che tipo di sonorità stiamo cercando. Nella costruzione del basso "neck through" abbiamo principalmente due grandi scelte da operare:
- optare per un suono molto definito sulla fondamentale, per ottenere il quale utilizzeremo un core in mogano e per i plates legni molto duri come
bubinga, ebano e altri legni esotici (questa è una scelta quasi obbligata per rinforzare la quinta corda).
- oppure possiamo scegliere di utilizzare legni meno duri (ma il mio consiglio e di non scendere mai sotto la densità del basswood) nel caso
l'obbiettivo sia quello di incrementare la corposità e il punch del suono (come per esempio in un basso fretless)
o se vogliamo ottenere un suono più adatto ad un genere rock.
scura di wenge o ebano che funge esteticamente da contrasto.
Partiamo dal "core" (mogano o alder) che rappresenta il legno centrale (e più spesso in cm) delle ali che compongono il body, e scegliamo un legno che si adatti alla sonorità che stiamo cercando, per esempio:
- tiglio se cerchiamo una sonorità calda, un attacco più rotondo e se intendiamo dare un'impostazione più "fat" al suono
- mogano se cerchiamo una sonorità più brillante, attacco più deciso e più definizione sulla nota fondamentale
- ontano (alder) se cerchiamo una via di mezzo tra le due precedenti.
Questi legni garantiranno comunque al basso il "corpo" sufficiente per una sonorità di base equilibrata e di per sé sarebbero
già sufficienti (eccetto il tiglio) per ottenere uno strumento di elevata qualità dotato di una purezza di vibrazione superiore anche senza l'aggiunta di top o back plates.
NON assottigliamo troppo il manico. Sarebbe meglio non scendere sotto i 23mm al nut e sotto i 26 al 12° tasto.
Rinforziamo la paletta con una voluta sotto il capotasto e assicuriamoci che il giunto manico/body
sia a sua volta ben strutturato con una abbondante quantità di legno.
Dedichiamoci al legno per i "top plate".
Per capire come
In generale i legni che andremo ad utilizzare (dall'acero in su fino a legni esotici particolarmente densi e duri) restituiscono un suono
piuttosto acuto e aumentano la definizione.
Se desideriamo conferire allo strumento punch e corposità scegliamo un top plate che al tapping restituisca un suono più grave.
Optiamo per un top plate che al tapping suoni acuto se vogliamo invece conferire definizione alla fondamentale per cui ottenere
un attacco più definito sulla nota e rinforzare la quinta corda.
Tra il core e i plate possiamo utilizzare una sottile impiallacciatura scura di wenge o ebano che funge esteticamente da filetto.
ESEMPI TAPPING
Ecco alcuni esempi di come suonano diversi top plate al tapping:
- Questo è il suono che mediamente potete aspettarvi da un top plate in acero occhiolinato. Ricordiamo che l'acero occhiolinato appartiene alla famiglia dei hard rock maple ed è perciò un acero molto denso e duro. Un acero fiammato europeo per esempio suonerà ancora più grave. Ascolta
- Questo è il suono che mediamente potete aspettarvi da un top plat in bubinga. Notate il suono leggermente più acuto e caratterizzato da un sustain leggermente superiore. Ascolta
- Solo a titolo di paragone ecco come suona un top plate in abete, il legno in assoluto più risonante utilizzato in liuteria. Ascolta
Per altri dettagli sulla scelta e sull'abbinamento dei legni leggete l'articolo "il suono del legno"
e "il metodo del tapping".
ALCUNI MIX DI SUCCESSO
Ecco alcuni abbinamenti di legni che si sono dimostrati molto efficaci in 20 anni di sperimentazioni per il massimo compromesso tra purezza della vibrazione
sustain, corposità e definizione della nota:
- Manico acero/amarante con: core alder, top plate 1 wenge (11mm) e top plate 2 (11mm) goncalo alves.
- Manico acero/amarante con: core mogano, top plate e back plate bubinga.
- Manico acero/amarante con: core alder, top plate wenge e zebrano.
- Manico wenge/amarante con: core mogano, top plate cocobolo, back plate zebrano.
- Manico wenge/amarante con: core lacewood, top plate 1 wenge (11mm), top plate 2 (11mm) lacewood.
- Manico wenge/amarante con: core mogano top plate 1 wenge (12mm), top plate 2 zebrano (8mm), back plate uguale ma reverse.